RUSTICUS

 RUSTICUS

 Don Lorenzo Guetti e le stagioni della solidarietà
Opera teatral-corale sulla nascita della Cooperazione in Trentino
 
 
Testi: Mauro Neri
Musiche: Giorgio Moroder e Giuseppe Solera
Esegue il Coro Croz Corona, diretto dal maestro Renzo Toniolli
Attori: Silvia Furlan, Michele Comite, Beatrice Pontalti, Beniamino Sala
Regia : Paul Sark
 
Produzione
Provincia autonoma di Trento
Federazione della Cooperazione Trentina
 
 
Centodieci anni fa (nel 1898) moriva don Lorenzo Guetti, un prete di montagna che seppe leggere la sua realtà – ecclesiale, ma anche culturale ed economica – con lungimiranza e disponibilità al servizio. Una figura eccezionale, una di quelle figure di preti che si sono sporcati le mani, che hanno testimoniato il Vangelo rispecchiandosi negli occhi dei più poveri: una grande lezione di vita, la sua, come solo pochi uomini hanno saputo dare.
A lui, oggi, Mauro Neri dedica lo spettacolo “RUSTICUS”: un testo teatrale prodotto dalla Provincia autonoma di Trento e dalla Federazione Trentina della Cooperazione, che ripercorre in sei quadri le tappe fondamentali della sua vita, accompagnato e ritmato da sei canzoni inedite e originali (testi di Mauro Neri e musiche di Giorgio Moroder e Giuseppe Solera) eseguite dal coro di montagna Croz Corona diretto da Renzo Toniolli.
Sarà quindi la canzone di montagna – espressione profondamente identitaria del Trentino, qui rivisitata dalle sensibilità di due grandi musicisti di levatura internazionale, che hanno scritto pagine indimenticabili nella filmografia contemporanea – a raccontarci le condizioni di vita in una regione alpina di fine Ottocento, intrecciando i drammi della miseria, dell’emigrazione e dello sfruttamento con i sogni di riscatto e con l’affermarsi del movimento cooperativistico come alternativa economica ed etica capace di offrire occasioni di sviluppo e di progresso.

 
“La polenta”
(Racconta per metafora le condizioni di vita del Trentino di fine Ottocento, rimarcando le profonde differenze tra ricchi e poveri, tra contadini e borghesi)
“Regalo di Natale”
(Le condizioni di vita del contadino dipendono sì dalla sua tenacia, dalla fertilità del campo e da come riesce ad organizzare il proprio lavoro, ma quando ci si mette anche la gelata, a rovinar i frutti del suo lavoro...)
“La scuola serale”
(Fu senz’altro opera meritoria dell’impero asburgico e delle centinaia di maestri che si resero disponibili, se anche per il ceto contadino l’istruzione non fu più un sogno)
“La valigia”
(In molti non seppero resistere deciso di andarsene, di emigrare in Europa o, addirittura, oltre oceano. La canzone narra il difficile momento del distacco, quando bisogna mettere in valigia le cose più importanti)
“La Cooperazione”
(Grazie a don Lorenzo Guetti e a molti altri come lui, il Trentino di fine Ottocento – ma anche quello che percorse l’intero Novecento – trovò nella forma cooperativa un’alternativa, etica e corresponsabile, per emergere dalla povertà)
“Rusticus (Don Lorenzo Guetti)”
(L’ultima canzone dello spettacolo è dedicata a don Lorenzo Guetti e al messaggio che lui ci lasciò con i suoi scritti, con la sua testimonianza e, anche, con il suo testamento)